Regio V - Picenum
  Pausulae
 


TABULA PEUTINGERIANA: Segmento IV Est



PAUSULAE - SAN CLAUDIO AL CHIENTI (MC)

   Il nome degli abitanti di Pausulae - Pausolani - è incluso nell'elenco pliniano dei municipi romani della regio V (Nat. Hist. III, 111), mentre nel Liber coloniarum compare solo l'aggettivo Pausulensis (226, 257). 
   Ad oggi, l'unico elemento incontrovertibile che conferma l'identificazione del municipio nei pressi della chiesa di San Claudio al Chienti, è il rinvenimento di un frammento epigrafico recante l'etnico [Pau]sulan[i].
   Il centro sorse nella bassa valle del Chienti, sulla riva sinistra del fiume di cui sfruttava un terrazzo fluviale; le fonti itinerarie segnalano l'abitato in relazione alla viabilità regionale lungo la quale si collocava: una direttrice difatti partiva da Asculum e, passando per Pausulae, raggiungeva Potentia (Rav. IV 31; V 1), mentre un secondo percorso la collegava a Firmum (Guido 69, 12). Altre notizie in merito, seppure imprecise, vengono desunte dalla studio della Tabula Peutingeriana (V, 4), nella quale il municipio viene collocato a XIIII miglia da Asculum e VIII da Potentia, misure queste che tuttavia non sono conformi al reale.
   La storia dell'insediamente sembra poter iniziare già con una precoce presenza coloniale romana, da riferirsi alle deduzioni viritane attuate nel 232 a.C. a seguito della lex Flaminia. Tale dato, oltre che dai reperti, sembra poter essere ricavato dal differente andamento tra l'impianto urbano e l'organizzazione agraria del territorio: l'impianto centuriale, infatti, correva parallelo e ortogonale rispetto al corso del fiume, mentre gli assi urbani sembrano seguire altre logiche, di certo più antiche rispetto alla centuriazione, datata ad epoca triumvirale.
   La documentazione pertinente all'abitato è tutt'ora esigua: dalle epigrafi - a maggioranza di carattere funerario - si apprende che gli abitanti furono iscritti alla tribù Velina, mentre nulla trapela sulla struttura amministrativa della città.
   L'area urbana era circondata da una cinta muraria, del cui perimetro tuttavia oggi non rimane nulla, nonostante l'estensione di cospicuo materiale fittile ne possa individuare approssimativamente i limiti (anche grazie allo studio della decumentazione fotografica aerea).
   In passato, scavi ad est della chiesa hanno portato in luce un mosaico geometrico in tessere bianche e nere; indagini recenti, invece, hanno permesso l'individuazione di strutture in opus testaceum, che davano su di una strada con orientamento sud/ovest nord/est, mentre nel settore occidentale sono venuti in luce una fila di pilastri, inerenti ad un portico decorato da intonaci dipinti. Le fasi finora documentate dalle indagini, attestano una frequentazione della struttura dal I sec. a.C. fino al II d.C.
   L'ultima notizia pertinente all'abitato, la ricaviamo dalla citazione di un vescovo, un certo Claudius, Episcupus Pausulanus, che partecipò al concilio tenuto dal ponteficie Ilario nel 465 d.C., e dimostra come ancora nel V sec. Pausulae fosse una realtà viva, tanto da ospitare una sede vescovile.
  Dal territorio proviene invece un dolium con iscrizione latina del III sec a.C. e recante l'abbreviazione di due elementi onomastici riferibili a persone diverse; in località Santa Lucia di Morovalle è stato rinvenuto un  thesaurus (tesoretto monetale) sempre del III sec. a.C. all'interno di un cilindro in pietra con dedica ad Apollo  (CIL IX 5803) che ha fatto ipotizzare l'esistenza di un santuario dedicato alla divinità; lungo la strada per Montelupone, in località   Cervare di Morrovalle, è riconoscibile il nucleo in opus cementitium di un monumento funebre del tipo a torre che anticamente si trovava collocato lungo la direttrice che da Pausulae gingeva a Potentia. Infine in località Antico, resti di decorazioni fittili hanno fatto pensare alla presenza di un edificio di culto in questa zona, e in località Massaccio resti di una villa con pavimentazione a mosaico sono stati portati in luce.
   Da menzionare invece, tra i reperti provenienti dal sito della città, il bronzetto di Afrodite databile al I sec. d.C. 

DOCUMENTI EPIFRAFICI: 

Abbreviazioni:

CIL= Corpus Inscriptionum Latinarum
AE= Année épigraphique
Picus= Picus: studi e ricerche sulle Marche nell'antichità

CIL IX 5792; AE 1981, 0309; AE 1981, 0310; AE 1981, 0311; CIL IX 5803; CIL IX 5794; CIL IX 5795; CIL IX 5796; CIL IX 5797; CIL IX 5798; CIL IX 5799; Picus 2006, 26; CIL IX 5800; CIL IX 5801; CIL IX 5802; CIL IX 5765; AE 1998, 0421; Picus 1982, 2, p.141; Picus 2006, 26; Picus 2006, 25; Picus 2006, 25; Picus 2006, 25; Picus 2006, 25; Picus 2006, 25; Picus 2006, 25; Picus 2006, 25; AE 1992, 0526 a-b; AE 1992, 0527 a-b; AE 1992, 0528 a-b; AE 1992, 0529 a-b; AE 1992, 0550 a-b; CIL IX 5806; CIL I  (II ed.) 3598; CIL IX 5526; CIL IX 5525.     

BIBLIOGRAFIA:

Lanzi 1833; Banti 1949, 2426-2429; Alfieri 1963, 998; Giambuzzi 1978, 167-174; Gasperini 1981, 179-187; Moscatelli 1981, 44-52; Percossi Serenelli 1982, 137 ss.; Galiè 1989; Urbanelli 1989, 469-496; Percossi Serenelli 1999, 373 ss.; Luni 2003, 147; Sisani 2006, 356-357.
 
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