Regio V - Picenum
  Toponomastica
 
Attualmente le voci riportano informazioni di natura topografica; si provvederà appena possibile ad inserire i rispettivi etimi. 

Colbucculo: menzionato nel maggio 1070, corrisponde a Colbuccaro, attuale frazione di Corridonia, posta tra il Fiastra e il Chienti. 

Comatica: toponimo menzionato nell'anno 1113, corrisponde all'odierna contrada Camutica di Montefalcone, sulla sinistra del fiume Aso e confinante con Santa Vittoria.

Ferrarium: menzionato nel settembre dell'anno 996, è da identificare con la contrada Ferrà nel territorio di Montemonaco.

Flumen Grimone: menzionato nel luglio 948, è da  identificare con l'attuale torrente Cremone, che nel suo tratto iniziale scorre tra Mogliano e Petriolo, attraversa poi la parte settentrionale del territorio di Monte San Giusto e si getta infine nel fiume Chienti. In un documento del 1052 è citato anche con l'idronimo Gremoni.   

Fluvio Asula: menzionato nel 1028, nel 1054, nel 1089, nel 1109, nel 1161, nel 1166 e nel 1238 corrisponde all'attuale torrente Asola in territorio di Civitanova Marche e, secondo L'Alfieri, al latino Misius.

Fundo Aniano: ricordato in una carta avellanita del luglio 1111, è da identificare con l'attuale contrada San Paterniano a sud del centro abitato di Potenza Picena. Il fundo Aniano richiama il ministerium de Sancto Paterniano ed il fundo Sancto Patregnano, già citati in cinque documenti del 1028, 1031, 1073, 1079 e 1089. Secondo il documento del 1111 nel fundo Aniano era edificata la chiesa dedicata a San Paterniano.

Fundo Monticello: menzionato nel luglio 1009, è identificabile con l'odierna località di Monticelio, situata tra Civitanova Alta e Santa Maria Apparente.

Fundo Pacelliano: citato in un documento forse del giugno 1058, è da identificare con l'attuale frazione Pacigliano di Corridonia, stretta tra San Martino a nord, la contrada Cipresso a sud e delimitata sulla sinistra dalla strada provinciale Macina - Monte San Giusto. Nel novembre 1102 la località è citata anche con il toponimo Pacilliano.

Fundo Palumboli: menzionato nel giugno 1057, è identificabile con l'attuale contrada Palombaretta, tra il centro di Morrovalle e la frazione Trodica. Nel marzo del 1042 il toponimo è nominato nella variante Palumbuli.

Fundo Vestiliano: menzionato in un documento del luglio del 883, è identificabile con Vestignano, attuale frazione del Comune di Caldarola.  

Iscla: toponimo attestato per la prima volta nell'agosto 998, è da identificare con la contrada Ischia sul Colle Sgariglia, altura che domina la foce alla sinistra del Tesino, in territorio di Grottammare. 

Lu Miliaro: toponimo menzionato nel 1450, identificabile con l'attuale contrada Capparuccia, a nord-ovest di Ponzano, sulla sinistra dell'Ete Vivo. Il nome del luogo è dovuto alla presenza di un miliario romano. 

Ministerium de Castellioni: menzionato in un solo documento forse del dicembre 1054, è identificabile con la contrada Castiglione, posta tra Fermo e Porto San Giorgio: si estendeva sulla sinistra del fiume Ete Vivo e giungeva fino al mare; è il ministero più vicino alla città di Fermo.

Monte Octo: menzionato nel maggio 1165, richiama l'odierno Monteotto, frazione a sud-ovest dell'abitato di Monterubbiano. 

Monte de Nove: menzionato nel 1039, si ricorda anche un castrum Monte de Nove il 7 settembre del 1198 e ancora nel1279; la località è facilmente identificabile con Montedinove in provincia di Ascoli.

Montis Actonis: il toponimo è menzionato nell'anno 1192 ed è identificabile con l'attuale Comune di Montottone; l'origine dell'abitato è verosimilmente da ricondurre all'esistenza di un antico vicus o pagus, sorto nel territorio della vicina città romana di Falerio.  

Ortatiano: menzionato in un diploma del 4 agosto 815, corrisponde all'attuale Ortezzano; successivamente il toponimo compare nelle varianti Ortezano e Orteczanum.

Papaniano: menzionata nel luglio del 960 è da identificarsi con l'odierna contrada di Papagnano, poco a nord del centro di Petritoli.

Pretitulo: menzionata nel luglio del 960 corrisponde all'attuale Petritoli.

Plebs de Monteflore: menzionata per la prima volta nel 1290 e ancora nel 1299, l'originaria pieve, dedicata a Santa Lucia, era posta poco fuori le mura dell'abitato medievale di Montefiore dell'Aso, a sud-ovest dell'attuale centro storico. I documenti la collocano "in contrata Plani", ovvero in prossimità del colle del Castello, dove anticamente esisteva il toponimo Piano della Pentura. Da qui la chiesa fu poi trasferita nella piazza principale del paese dove si trova tutt'ora.   

Plebs Sancti Benedicti de Albula: menzionata a partire dal 27 gennaio 1146, la sua origine è probabilmente legata al sepolcro del santo; la chiesa è situata sul colle oggi denominato "Paese Alto", dove sono venuti alla luce reperti di epoca romana e preromana, che suggeriscono la presenza di un antico vicus o pagus: la pieve, dunque, sarebbe riconducibile ad una antica comunità rurale di epoca romana.  

Plebs Sancti Cypriani de Troncto: menzionata per la prima volta nel 1054, era la più meridionale delle pievi dell'antica diocesi di Fermo; non vi sono dubbi sul fatto che la pieve si trovasse nell'attuale territorio del Comune di Colonnella, tuttavia non si ha certezza sull'esatta ubicazione, se presso l'odierna chiesa dei SS. Cipriano e Giustina, oppure in qualche zona del contado. A partire dal XV secolo la pieve di San Cipriano è detta de Colupnello, come attesta anche un documento del 26 aprile 1416.   

Plebs Sancti Donati de Monte Ulmi: menzionata a partire dagli anni 1290 - 1292, è probabile che essa sia legata all'origine di Montolmo - oggi Corridonia - che venne formandosi dalle rovine dell'antica città romana di Pausulae. La chiesa era situata nell'estremità sud-orientale del castello di Montolmo, nell'area in cui oggi sorge l'ospedale civile, la cui cappella potrebbe corrispondere alla cripta della primitiva pieve.   

Plebs Sancti Donati de Trunto: menzionata per la prima volta in una cartula del luglio 1032 - 1034, è identificabile con la chiesa rurale di San Donato, che sorge nell'omonima contrada di Monteprandone, a circa due chilometri in linea d'aria a sud-est dell'abitato e poco a nord della Salaria. La vicinanza alla direttrice viaria romana e al trivio in cui la Salaria terminava, congiungendosi alla strada proveniente da Cupra Maritima e diretta a Castrum Novum, lasciano pensare che all'origine della pieve ci fosse una stazione di sosta romana.

Plebs Sancti Rustici:
menzionata nel 1073 e nell'agosto del 1099, comprendeva il territorio a sud di Ripatransone, dove ancora oggi esiste una contrada San Rustico, dove nel XVIII secolo erano visibili i ruderi di una chiesa dedicata a San Rustico.

Rigo de Stringario: menzionato nell'agosto 1083, può essere identificato con il fosso Sdregaro, affluente di sinistra del Chienti tra Santa Maria Apparente e Santa Maria a piè di Chienti.  

Sancto Tiburtio:
menzionato in un documento dell'ottobre 1065, è identificabile con l'odierna contrada San Triburzio, a sud-est di Rapagnano.

 
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