Regio V - Picenum
  Urbs Salvia
 


TABULA PEUTINGERIANA: Segmento IV Est
 

                             
                                              URBS SALVIA - URBISAGLIA (MC)

La città nasce all'interno di un'importante sistema viario, fungendo da cerniera tra alcuni dei principali assi di percorrenza a carattere regionale del Picenum. Tale ruolo viene confermato dalle menzioni di cui è fatta oggetto sia nell'Itinerarium Antonini che nella Tabula Peutingeriana.
    Almeno fino al 18 d.C., la città è ricordata con il nome di Pollentia, formula attestata sia in Strabone (V, 4, 2) che in Plinio il Vecchio (n.h. III, 111). Quest'ultimo chiama gli abitanti "Urbe Salvia Pollentini" ossia "i Pollentini che abitano ad Urbe Salvia" a ricordo dell'antico nome dell'abitato. 
    Il vecchio nome designava probabilmente il primo municipium, creato in seguito al clima politico che seguì la già nota guerra sociale. Gli abitanti furono iscritti nella tribù Velina e il suo territorio si trovò ad ospitare, in epoca triumvirale, coloni viritani (grom. vet. 226L.).
    Tra il 9 d.C. e il 14 d.C. Augusto suddivise l'Italia in XI regiones e ascrisse la città alla regio V.
    Si crede che l'abitato sia stato ribattezzato nei primi anni del regno di Tiberio, in occassione della sua elevazione al rango di colonia, evento da collocarsi a ridosso tra il 23 e il 29 d.C., come testimonia un'epigrafe che celebra il nuovo status raggiunto dalla città (CIL IX, 5815) ed il suo patrono, C. Fufio Gemino.
    Il nuovo nome sembra essere tributario al culto della Salus Augusta, introdotta da Tiberio in un periodo attorno al 22 d.C., e a cui è significativamente titolato il più ragguardevole santuario della città.
    Secondo C. Delplace, al momento della deduzione, l'assetto istituzionale locale vide l'introduzione della nuova titolatura di praetores per i due magistrati supremi, titolo non altrimenti noto per fondazioni coloniarie così recenti, ma che tuttavia dovette essere ripreso sulla scorta di quelle colonie già da tempo esistenti in area medio-adriatica, come Auximum, Potentia ed Hadria (Delplace, 1983b, pp.772-81). 
    Si è anche ipotizzato che nella deduzione della colonia, avesse potuto giocare un ruolo non secondario, il già citato C. Fufio Gemino, importante membro della classe senatoria romana, di possibili ascendeze locali. L'uomo, figlio del console del 2 a.C. e nipote del generale di Ottaviano che ottenne la vittoria in Pannonia nel 35 a.C., fu patrono della neonata colonia, forse il primo a poter vantare tale onore nei confronti della città. Il personaggio, comunque, è noto dalle fonti per essere stato un assiduo frequentatore della corte di Tiberio nei suoi primi anni di regno,ed in particolare per essere stato in stratti rapporti con Livia, vedova di Augusto e madre di Tiberio. Tacito dicedi lui: "...costui aveva acquistato grande autorità in grazia di Augusta (Livia), proprio perchè possedeva la virtù di avvincere a sè l'animo muliebre, era anche mordace e soleva prendere in giro Tiberio con pungenti arguzie, di quelle che a lungo rimangono nella memoria dei tiranni" (Tac., ann. V, 2).
    Questo personaggio giocò forse un ruolo importante nel programma di monumentalizzazione del centro; di certo curò direttamente la costruzione del teatro (CIL IX, 5815), mentre a figure a lui legate si ascrivono altri significativi interventi. Al liberto C. Fufio Politico, si deve, ad esempio, la realizzazione dell'acquedotto che probabilmente partiva da una fonte collocata nelle proprietà del patronus, come suggerisce la titolatura alla Nymphae Geminaeriportata nell'epigrafe che ne celebra l'opera (CIL IX, 5744).
    Compiendo un salto in avanti di alcuni decenni, si incontra un'altro membro di spicco della classe senatoria attivo ad Urbs Salvia: L. Flavio Silva Nonio Basso.

 
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