Il centro di Cluana è ubicato da Plinio il Vecchio (
Nat. Hist. III, 111) e da Pomponio Mela (
II 65) tra le città della regio V augustea, lungo la costa adriatica tra Potentia (odierna Porto Recanati) e Castellum Firmanorum (Porto San Giorgio).
La città sorse su un terrazzo alluvionale a ridosso delle alture collinari alla sinistra della foce del Chienti, in corrispondenza con l'incrocio tra l'asse costiero della via Salaria Picena - parallela alla costa - e la bisettrice interna, che risalendo la valle del Chienti, raggiungeva prima Pausulae (San Claudio al Chienti) e poi Tolentinum (Tolentino). Il poleonimo, a base idronimica, è probabilmente derivato dal nome antico del fiume Chienti (Cluentum), e confermerebbe la collocazione del centro nei pressi della foce.
L'area urbana va riconosciuta nel settore tra la chiesa di San Marone e parte del centro di Civitanova Marche: in via Buozzi, scavi condotti negli anni Settanta, hanno riportato in luce i resti di un edificio con un ambiente pavimentato a mosaico con decorazione geometrica in bianco e nero; nella stessa zona, in occasione della realizzazione di un sottopassaggio, gli scavi hanno documentato una struttura con ambienti a facciata porticata, inquadrabile tra il I e il II sec. d.C., la cui fase di abbandono si data al IV-V sec. d.C. In questo periodo l'area risulta occupata da un necropoli tarda con tombe ad inumazione, in particolare del tipo alla cappucina prive di corredi o con corredi poveri.
Via Cecchetti, struttura con basi di pilastri rinvenuta durante scavi negli anni 1975-76
Si tratta di un'area porticata sulla quale si affaciavano una serie di tabernae.
Via Cecchetti, tombe a cassone (foto tratta da M. e A. Guarnieri, Civitanova la storia,
la vita, i giorni).
Nei pressi della chiesa di San Marone, è emersa l'unica testimonianza archeologica di epoca repubblicana, ossia un'epigrafe risalente alla seconda metà del II sec. a.C., che celebra la costruzione di un
compitum (ovvero un'ara posta in un crocicchio) ad opera di Philonicus Praenestinus,
servus di un Lucius Octavius: il monumento era probabilmente posto all'incrocio tra le due direttrici viarie di maggior rilievo, quella di lungomare e quella di lungovalle (
AE 1990, 0304).
Per l'epoca imperiale le testimonianze archeologiche si fanno più cospicue: tuttavia nulla fino ad oggi ha aiutato a conoscere aspetti della vita economica, religiosa ed istituzionale del centro; anche le testimonianze epigrafiche risultano per la quasi totalità di carattere funerario, eccetto una che ricorda il culto di una divinità augustea (
Picus 1986, 6 pp.39-42).
Il declinio di Cluana, centro di sbocco vallivo, favorì verosimilmente, almeno dal III sec. d.C., lo sviluppo di un castrum d'altura a monte di quest'area, in corrispondenza dell'attuale borgo di Civitanova Alta. Il nuovo abitato, Vicus Cluentensis, è conosciuto su base epigrafica (
CIL IX 5804): l'epigrafe, rinvenuta presso le mura orientali del borgo medievale, ricorda la ricostruzione di un edificio ad opera di due
magistri, ed è datata al III sec. d.C. Il
vicus dunque, sorto in epoca imperiale come appendice del
municipium di Cluana, erediterà l'originario ruolo detenuto dal centro vallivo, fino ad accogliere, alla fine del IV sec. d.C., la sede vescovile (come testimonia il documento di papa Gelasio I degli anni 494-496).
Nel territorio circostante invece, sono stati individuati alcuni assi centuriali, orientati
secundum naturam; inoltre nelle stesse zone sono identificabili siti riferibili a ville rustiche o, più in generale, ad insediamenti rurali.
Finestra di approfondimento - LA TOMBA DI CONTRADA ASOLA
Nel 1995 operazioni di scavo in via Foce Asola portarono alla luce una sepoltura di epoca romana, la cui datazione appare a tutt'oggi non chiara a causa della totale mancanza di un corredo funebre. La sepoltura, che è riconducibile alla tipologia cosidetta alla "cappuccina", è realizzata a cassa laterizia con copertura di embrici ed è orientata in senso nord-est sud-ovest; la tomba, larga 70 cm e lunga 2,00 m, ospitava all'interno le ossa del defunto; queste - appartenenti probabilmente ad un individuo di sesso maschile alto circa 170 cm - si presentavano al momento del ritrovamento in stato di parziale connessione anatomica.
A chiudere l'estremità sud-ovest della sepoltura, circa all'altezza del cranio, era posto un embrice recante sul lato interno il marchio di fabbrica Pansiana, impresso a lettere capitali in rilievo entro un cartiglio rettangolare. Questa variante del bollo, le cui lettere si differenziano per l'assenza di nessi e per essere singole e ben leggibili, è inquadrabile tra il 27 a.C e il 14 d.C., ovvero al principato di Augusto. Il marchio è documentato in una vasta area che va dal Piceno (ad esempio nella zona della città romana di Cupra Maritima) alla Dalmazia, seguendo dunque le sponde orientali ed occidentali del Medio e dell'Alto Adriatico.
La figulina che produsse il laterizio entrò in attività intorno alla metà del I sec. a.C. per opera di Caius Vibius Pansa, console nel 44 a.C.; in seguito l'attività confluì nelle vaste proprietà imperiali e, sotto Augusto, continuò la produzione di tegole, diffusamente esportate lungo i litorali dell'Adriatico. L'attività dell'officina si esaurì alla metà del I sec. d.C.
Tuttavia l'età augustea a cui può essere attribuito il bollo e dunque il laterizio stesso, non costituisce che un termine post quem; neanche la tipologia della sepoltura risulta indicativa, poiché la forma detta "alla cappuccina" comprende un arco cronologico piuttosto ampio.
Fig.1 Tomba di Contrada Asola. Scuola media "L. Pirandello". Particolare
della sepoltura con il bollo Pansiana sulla faccia interna del laterizio. (Foto
A. Manni)
La tomba romana di Foce Asola non è un caso isolato, ma si inserisce in una serie di rinvenimenti che interessano tutto il settore lungo l'asse viario che che collegava Cluana con Potentia. Oggi la sepoltura è stata ricomposta presso la scuola media "L. Pirandello" di Civitanova Marche dalla Prof.ssa A. M. Vecchiarelli che ne ha curato l'eposizione; la stessa ha allestito e provveduto alla musealizzazione di alcuni reperti provenienti dal territorio: ad oggi questo spazio costituisce l'unico luogo espositivo della città.
Fig.2 Tomba di Contrada Asola. Scuola media "L. Pirandello". L'allestimen-
to di questa sala è stato curato dalla Prof.ssa A. M. Vecchiarelli. (Foto A.
Manni)
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DOCUMENTI EPIGRAFICI:
Abbreviazioni:
AE= Année épigraphique
CIL= Corpus Inscriptionum Latinarum
Picus= Picus: studi e ricerche sulle Marche nell'antichità
AE 1990, 0304; AE 1990, 0305; CIL IX 5805; AE 1990, 0307; CIL IX 5804; AE 1990, 0309; AE 1990, 0310; CIL IX 5807; Picus 1986, 6 pp.39-42; Picus 1986, 6 p.44; Picus 1986, 6 p.44; Picus 1986, 6 p.44; Picus 1986, 6 p.46; AE 1990, 0310.
BIBLIOGRAFIA:
Bacci 1692; Bacci 1716; Marangoni 1743; Hulsen 1900a, 111; Alfieri 1951; Alfieri 1976, 227-228; Mercando 1977, 31-53; Gasperini 1986, 23-61; Galiè 1988; Alfieri 1993a, 15-32; Alfieri 1993b, 9-14; De Luca, Manni 1993; Quiri 1993, 83-88; Giagni 1998, 330; Giorgi 2000, 165-184; Luni 2003, 146-147; Sisani 2006, 357.