Regio V - Picenum
  Septempeda
 

SEPTEMPEDA - SAN SEVERINO MARCHE (MC)

   Il territorio risulta già popolato in età preromana, come documentato dalle ricche emergenze di Pitinio, a nord-est dell'abitato di San Severino. Di particolare interesse sono le necropoli picene che hanno restituito corredi orientalizzanti; importante è la necropoli rinvenuta sulla sommità del Monte Penna, utilizzata tra il VII e il VI sec a.C. La necropoli è disposta a raggiera intorno ad un grande tumulo di pietre, verosimilmente la tomba di un princeps. I corredi maschili sono contraddistinti dalla costante presenza di armi, e si mostra intensa la presenza di prodotti di importazione, come la ceramica protocorinzia dalla Grecia e il vasellame eneo dall'Etruria. 
   Nel V sec. a.C. in località Frustellano viene creata un'altra zona sepolcrale, che nei corredi presentava ceramiche figurate attiche e magnogreche, come il corredo funebre con coppa attica "a occhialoni" con valore apotropaico. 

Finestra di approfondimento - TRATTO DELLA VIA URBANA

            
             Fig.1
 Tracciato della via urbana a nord della chiesa di Santa Maria della Pieve. San Severino
             Marche. Immagine tratta da M. Landolfi, Ricerche nel sito dell'antica Septempeda.  

   Nel 1989, a seguito di un'indagine archeologica, fu portata in luce in località Ponte di Pitino un tratto della via urbana. La strada, indagata nel punto in cui incontrava ortogonalmente un'altra arteria cittadina, è realizzata con grossi basoli e presenta parte delle crepidines ancora intatte. La strada è stata individuata immediatamente ad nord della chiesa di Santa Maria della Pieve, a nord-est dell'attuale centro di San Severino. 
   La scoperta risulta importante non solo per la conoscenza diretta dell'assetto urbanistico, ma perché sembra confermare le notizie circa le ultime fasi di vita dell'abitato. Secondo gli studiosi infatti, la città romana sarebbe stata abbandonata a seguito dell'invasione degli Ostrogoti di Totila e più tardi dei Longobardi; tale ipotesi troverebbe conferma nel rinvenimento di alcune sepolture tardoantiche che invadono gradualmente la sede stradale, privandola dunque della sua funzione. La fase di abbandono e destrutturazione dello schema viario è datato da due monete d'argento, di cui una ostrogota, mentre la seconda risale ad epoca longobarda e più precisamente al regno di Alboino (560 circa - 572 d.C.).
  

 
 
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